3 consigli per sconfiggere il mal di schiena
La Lombalgia
Parliamo di una delle patologie più frequenti nell’uomo e che può interessare tutte le fascie d’età, dal giovane all’anziano. La lombalgia o più comunemente definita “mal di schiena” comprende tutti quei disturbo o sintomi localizzati a livello della colonna vertebrale ed in questo caso più specificatamente della zona lombare.
Quando invece la sintomatologia si fa più estesa comprendendo anche uno dei due arti inferiori si parlerà di Lombosciatalgia o più comunemente detta Sciatica, che si
contraddistingue dalla classica lombalgia per l’interessamento diretto del nervo sciatico a
causa di una protrusione o di un’ernia.
Come precedentemente detto circa l’80% della popolazione mondiale ne soffre
differenziandosi per gravità, fascia d’età e recidività della sintomatologia.
Quali sono le cause?
Alla più tipica delle domande potremmo dare come risposta migliaia di cause che
tendenzialmente si rifanno a problematiche primarie quali posturali o anatomiche o
secondarie legate alle attività lavorative o ai nostri hobby o a comorbidità legate ad altre
malattie. Spesso però le posture o posizioni prolungate assunte durante le attività lavorative ci predispongono in maniera più marcata al mal di schiena o nei giovani la mancanza di attività fisica legate alla troppa sedentarietà e conseguenza di una crescita fisiologica erronea.
Ci sono diversi tipi di mal di schiena?
E quindi che tipo di mal di schiena ho? Giustamente il paziente quando arriva da noi, spesso con sintomi che perdurano da parecchio tempo, per una valutazione del proprio caso vuole capire a cosa siano dovuti ma anche cosa comportino.
Tendenzialmente si presentano due tipologie più frequenti:
1) La prima che interessa tendenzialmente solo la colonna vertebrale
con un dolore loco-regionale specifico e non diffuso o irradiato a più distretti quali gli arti
inferiori;
2) il secondo vede l’interessamento diretto del midollo o delle radici nervose dando
sintomatologie specifiche in relazione ai dermatomeri interessati o più semplicemnte le zone di interesse di quella o quelle radici nervose.
A chi può rivolgersi il paziente che soffre di mal di
schiena?
I consigli possono essere vari, sicuramente in prima battuta si potrebbe far riferimento al proprio medico di famiglia per una prima diagnosi clinica o una prima valutazioni
fisioterapica per una valutazione disfunzionale con un rimando diretto ad uno specialista del caso.
Il primo specialista a cui far riferimento può essere un fisiatra che si occupa di terapie
conservative di patologie che interessano l’apparato locomotore e\o i nervi periferici.
Successivamente in base alla gravità della situazione potrebbe essere utile richiedere un
parere ulteriore ad un Ortopedico specialista nei problemi della colonna o un Neurochirurgo.
Queste visite oltre a dare un inquadramento più specifico del caso ci indirizzeranno verso
esami diagnostici, quali Radiografie (RX), Risonanze Magnetiche (RM) o TAC, utili a
confermare il quadro clinico.
Una diagnosi corretta porterà il professionista sanitario a scegliere il percorso riabilitativo più adeguato per il paziente, al quale verrà illustrato in modo dettagliato tutto quello di cui avrà bisogno. Bisogna sottolineare come la decisione di tendere più verso un percorso piuttosto che un altro è strettamente correlato alla gravità del caso qui la distinzione netta tra un approccio conservativo o la necessità di uno chirurgico.
L’esercizio può essere utile?
L’attività fisica effettuata in modo costante si può dimostrare un ottimo alleato nella
prevenzione del mal di schiena, importante che sia svolto in maniera corretta e bilanciata.
Infatti esercizi svolti in modo erroneo per lunghi periodi di tempo possono essere più nocivi
che funzionali.
Quindi è giusto affidarsi ad un Fisioterapista, che non solo ci indicherà terapie sia manuali che fisiche più adeguate al caso per poi associare un adeguato percorso riabilitativo ideato su misura per il paziente. Gli esercizi volgeranno ad un rinforzo globale della muscolatura del tronco e ad un aumento della coordinazione.
Esistono altre tecniche?
Le tecniche hanno un alto tasso di variabilità e il professionista si riserba di suggerire quelle che per lui meglio si adattano alla situazione. Alcune di queste sono volte in primis alla diminuzione della sintomatologia dolorosa, ne è un esempio il massaggio. Un ciclo di
terapie fisiche specifiche quali Diatermia Alta Frequenza (evoluzione della più comune
tecarterapia) o una laserterapia che oltre a ridurre quella che è la sintomatologia
infiammatoria vadano ad aumentare la perfusione nelle zone sintomatiche favorendo un
maggior apporto di metaboliti e ossigeno ai tessuti e la produzione di endorfine (i nostri
analgesici fisiologici).
L’educazione all’esercizio terapeutico domiciliare è una parte fondamentale del percorso, si differenzia dalla attività fisica sportiva, ed è il “compito a casa”. Il paziente si deve abituare ad effettuarlo costantemente nel tempo facendolo divenire una sana abitudine di vita volta non solo al raggiungimento degli obiettivi primariamente fissati ma al mantenimento del proprio benessere.
I farmaci possono aiutare?
La farmacologia può sicuramente favorire il percorso riabilitativo soprattutto nelle fasi acute dell’infiammazione diminuendone la sintomatologia dolorosa. Risultano essere molto
efficaci tutti quei farmaci definiti FANS o antinfiammatori non steroidei contenenti
paracetamolo o nei casi più gravi i derivati del cortisone.
Terapie farmacologiche prolungate non sono mai consigliabili ecco perché il primo consiglio è sempre quello di far riferimento a terapie prescritte dal medico di famiglia o dello specialista. L’autotrattamento è fortemente sconsigliato e potrebbe dimostrarsi più nocivo che benefico.
Tre consigli per sconfiggere il mal di schiena
1. Evitare di convivere con il dolore troppo a lungo e sfruttare il consiglio di un
professionista
2. Mantenere uno stile di vita sano con un adeguato apporto di esercizio fisico e
una buona qualità di vita
3. Mantenere posture corrette a casa ma soprattutto durante le attività lavorative
che ci espongono a situazioni dannose prolungate.